Arricchirsi non costa niente

domenica 3 aprile 2016

Traduttore combinato? Sì, grazie.

A chi come me se ne va per la vita da residente ovunque a tempo indeterminato, tra altri alfabeti e altri odori, sarà successo di continuo di voler comunicare nella lingua di turno un modo di dire che in quel momento cadrebbe proprio a fagiolo.
Lo slang, le espressioni idiomatiche, le locuzioni e i modi di dire sono risaputamente una gatta da pelare per poliglotti, studenti di lingue straniere, traduttori, viaggiatori, lessicografi e ultimi arrivati nel quartiere.

Un buon interprete deve essere senza dubbio un buon linguista, ma deve anche essere un buon etnografo; non solo deve sapere tutto della lingua dalla quale traduce, ma deve anche conoscere tutto sul popolo che utilizza questa lingua. Sembra dunque un compito che calza come un guanto alla mia situazione. Da un continente all'altro, io vivo tra la gente, entro nelle loro case, rido alle loro battute. Io mi metto nella lingua dell'altro. E sono cosciente che la strada è la migliore scuola di perfezionamento delle lingue, intendo di come davvero si parlano tutti i giorni, di come i più ambiziosi parlanti non madrelingua ambiscono a parlarle.

Infatti, un parlante non madrelingua si riconosce dal suo discorso non-idiomatico. Invece, il dominio della dimensione fraseologica è fondamentale per una comunicazione efficiente ed autentica con i parlanti madrelingua. Ne sono prova la frequenza d'uso delle unità fraseologiche nella comunicazione quotidiana e il fatto di essere il mezzo di comunicazione con cui si ottengono la vera agilità, scioltezza, precisione e naturalità del discorso.
Le espressioni idiomatiche fanno parte della lingua, appartengono al nostro parlare quotidiano e servono a caratterizzare e variegare i nostri discorsi. Non c'è dialogo o situazione comunicativa in cui manchi, in dosi più o meno massicce, il ricorso alle locuzioni fraseologiche. 
A quelle dedicherò ampio spazio in altri post: la loro trattazione investe problemi inerenti la semantica, in particolare il linguaggio traslato e le metafore catacretiche, la sintassi e il lessico, ma anche la cultura che sta alla base della loro genesi, motivandone il significato. 
Per ora, mi limito a sottolineare il fatto che le strutture idiomatiche e le unità fraseologiche in generale non sono un mero aspetto pittoresco della lingua, quanto piuttosto una realtà viva nel sistema linguistico che apporta valori culturali di grande importanza.
E arriviamo al nocciolo della faccenda.

Seppur fondamentali all'economia di una lingua, sono complicate da inserire nei dizionari e da tradurre.
Pure per quanto riguarda la fraseologia, i dizionari non costituiscono quasi mai un valido aiuto per il traduttore. Anche i dizionari monolingue presentano spesso grandi lacune e a volte i dizionari bilingue si limitano a dare solo la traduzione letterale della locuzione o la spiegazione del significato, senza indicare l’equivalenza nella lingua tradotta. A volte ci si trova davanti a quel fenomeno chiamato interdicción de vocabulario; non si registrano, per esempio, le voci che appartengono soprattutto al linguaggio parlato, altre locuzioni sono escluse dai dizionari in base a criteri di pudicizia e vivono solo nelle raccolte di argot, come linguaggio proibito. Lo stesso si può dire delle varianti regionalistiche. 
 
Quindi, considerata la mancanza di repertori bilingue aggiornati con le locuzioni più standardizzate e di uso corrente, il traduttore deve affrontare tali espressioni con i propri mezzi, ovvero la famosa "esperienza", oppure fare ricorso alla tradizione orale o ai lavori parziali degli studiosi.

Le unità fraseologiche rappresentano per gli apprendenti di una lingua straniera una bella rogna anche ai livelli più avanzati di competenza linguistica, proprio per questo dovrebbero essere incluse nell'insegnamento/apprendimento di una lingua straniera.


Personalmente, sono tre lustri che mi imbatto continuamente in modi di dire che mi danno del filo da torcere al momento di interagire con gli autoctoni. Questo accade perché il significato di una locuzione dipende da una convenzione esistente nella comunità idiomatica d’appartenenza e non è possibile tradurla parola per parola in un’altra lingua. L'unico modo di comprendere quelle locuzioni è viverle, usarle e scambiarle, cioè entrare nella comunità idiomatica di turno.
Questa è quella che chiamo un'autentica e approfondita immersione in una lingua e cultura nuove.
E questo è quanto mi ha spinto a creare questo incipit di dizionario fraseologico contrastivo, questa banca di locuzioni, espressioni idiomatiche, modismi, modi proverbiali, frasi fatte, parole curiose, ciascuno con un esempio contestuale nelle tre varianti inglese italiano e spagnolo, in continuo aggiornamento, come lo sono la vita, i viaggi e i cambiamenti sociali. 
 
Transidiomexpress esiste perché lungo la strada ho tante volte pensato di volerne consultare uno. Sarà d'aiuto a molti come me. Vuole essere e mi auguro che diventi un punto di riferimento lessicografico pioniero di consulta nello studio delle equivalenze di traduzione delle unità fraseologiche per la creazione di dizionari fraseologici trilingue, fino ad oggi inesistenti.













Nessun commento:

Posta un commento